Le difficoltà scolastiche rappresentano uno dei più frequenti motivi di disagio in età evolutiva.
Già all'ingresso nella scuola primaria il bambino può mostrare fatica ad adattarsi al nuovo ambiente. Gli insegnanti si lamentano della sua irrequietezza, della sua difficoltà a mantenere la concentrazione, della lentezza con cui apprende.
Oppure le difficoltà si manifestano più avanti nel percorso scolastico. Il bambino o il ragazzo sembra poco motivato ad apprendere, manifesta insofferenza verso la scuola, ottiene risultati scadenti non adeguati alle sue apparenti capacità. I genitori si sentono frequentemente ripetere dagli insegnanti: “non si impegna, potrebbe dare di più”.
Le difficoltà scolastiche possono essere dovute a molteplici cause:
- problematiche di tipo motivazionale (il bambino è poco interessato alla scuola);
- problematiche di tipo emotivo che rendono faticoso l'adattamento al contesto scolastico;
- lievi ritardi nello sviluppo di alcuni pre-requisiti che sono importanti per l’acquisizione dei primi apprendimenti all’avvio del percorso scolastico;
- metodo di studio poco strategico;
- difficoltà nella comprensione del testo e nelle competenze linguistiche complesse;
- sviluppo inadeguato di alcune funzioni che sono necessarie per consolidare la maggior parte degli apprendimenti (memoria, attenzione, organizzazione spaziale, percezione visiva, motricità);
- disturbi specifici dell’apprendimento.
In presenza di difficoltà scolastiche il percorso di valutazione viene effettuato con grande attenzione perché il suo scopo è quello di individuare le cause del disagio.
Nel percorso tipico il primo passaggio consiste in un’attenta valutazione dello stato degli apprendimenti scolastici in modo da escludere la presenza di un disturbo specifico dell’apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia).
Questa fase viene seguita da un’analisi del profilo cognitivo, che comprende una valutazione del livello intellettivo (che riguarda prevalentemente i processi "alti", ossia le abilità di ragionamento logico sia verbali che non verbali) e un attento esame delle funzioni di base (linguaggio, memoria, attenzione, organizzazione spaziale, percezione visiva, motricità) che sono necessarie per consolidare la maggior parte degli apprendimenti scolastici. Nella nostra esperienza clinica ci capita frequentemente di rilevare profili cognitivi che mostrano un livello intellettivo nella norma (e in alcuni casi addirittura brillante) ma fortemente penalizzato dalla presenza di inadeguatezze o deficit proprio nelle funzioni di base.
Nella maggior parte dei casi la valutazione rileva difficoltà che riguardano quelle che, nella letteratura della psicologia cognitiva, vengono definite "funzioni esecutive": queste funzioni comprendono tutte quelle attività mentali (ad es. attenzione, memoria di lavoro, pianificazione, velocità di elaborazione) che sono preposte al controllo del compito nel corso della sua esecuzione e sono indispensabili nello svolgimento di compiti complessi.
La valutazione sia del livello intellettivo che delle funzioni di base permette l’identificazione dei punti di forza e di fragilità del funzionamento cognitivo e riesce, nella maggior parte dei casi, a risolvere quel dilemma che genitori e insegnanti si pongono di fronte al cattivo rendimento scolastico di un bambino o di un ragazzo dall’apparenza vivace e intelligente ("forse non si impegna abbastanza", "studia ma il rendimento è inferiore alle aspettative").
Alla valutazione segue di solito una proposta di presa in carico, che può consistere, nei casi più lievi, in semplici consigli a genitori e insegnanti oppure, nel caso in cui vengano rilevate inadeguatezze in alcune funzioni di base, in proposte di trattamento. Presso il nostro studio è possibile l'attuazione di percorsi specifici sui seguenti temi:
- apprendimento di strategie di studio;
- miglioramento della capacità di comprensione del testo;
- potenziamento delle funzioni esecutive (attenzione, memoria, pianificazione, velocità di elaborazione).
La presa in carico prevede un contatto diretto e continuo con la scuola durante tutto il percorso riabilitativo.
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono disturbi caratterizzati da significative difficoltà nell'apprendimento degli automatismi della lettura (Dislessia), della scrittura (Disgrafia e Disortografia) e del calcolo (Discalculia).
Tali disturbi (che si presentano spesso a grappolo) si definiscono specifici perché interessano aspetti settoriali del funzionamento cognitivo e si manifestano in soggetti con un'intelligenza nella norma, privi di disturbi neurologici o sensoriali e che hanno goduto di normali opportunità scolastiche.
Fino a pochi anni fa le diagnosi di DSA erano piuttosto rare e riservate ai casi più gravi. Attualmente la migliore formazione di specialisti e insegnanti e la pubblicazione della Legge 170 del 8/10/2010 e decreti applicativi (DM 12/07/2011) hanno contribuito a far emergere un numero piuttosto ampio di bambini e ragazzi con DSA che, fino a un po' di tempo fa, venivano considerati soltanto studenti svogliati. Si stima che circa il 5% dei soggetti in età scolare soffra di questo disturbo.
Un DSA può creare gravi disagi nel corso del percorso scolastico di un bambino contribuendo spesso al sorgere di disturbi correlati che riguardano la sfera emotiva o comportamentale: demoralizzazione, carenza di autostima, errata percezione di sé, agiti in risposta alle frustrazioni subite.
Nel nostro studio è possibile effettuare percorsi di diagnosi e trattamento di tutti i disturbi dell'apprendimento.
In caso di sospetto di DSA la valutazione viene effettuata dall’equipe multiprofessionale di questo studio, che è stata accreditata dall’ASL di Brescia per l’effettuazione di certificazioni di DSA, in base alle disposizioni della Giunta Regionale della Lombardia – Direzione Generale Sanità del 21/02/2013.
La valutazione viene effettuata con rigoroso riferimento alle Linee Guida della Consensus Conference del 2007, del Documento d'Intesa P.A.R.C.C. del 2011 e delle Linee Guida della Consensus Conference dell'istituto Superiore della Sanità del 2011.
La valutazione permette un'accurata definizione del percorso riabilitativo che viene personalizzato tenendo conto, non solo della maggiore o minore gravità dei sintomi, ma anche delle caratteristiche del bambino, del grado di scolarità e delle richieste della scuola.
Alcuni bambini mostrano difficoltà negli apprendimenti già all'ingresso della scuola primaria e a volte sono gli insegnanti della scuola dell'infanzia che rilevano carenze nei prerequisiti segnalando la presenza di fragilità in determinate abilità.
In questa fase dello sviluppo non è possibile stabilire la presenza o meno di un DSA, che può essere diagnosticato solo alla conclusione del primo ciclo della scuola primaria. Le difficoltà che emergono nella fase iniziale della scolarità possono essere dovute a difficoltà di adattamento ai ritmi di apprendimento richiesti dalla scuola o al fatto che ogni bambino presenta tempi diversi di maturazione nelle varie abilità.
In alcuni di questi casi può essere necessario un intervento di potenziamento di tipo preventivo e abilitativo. Un intervento precoce può prevenire l'insorgenza di disturbi che potrebbero nel corso del tempo presentare caratteristiche di maggiore gravità.
Quando poi la diagnosi di DSA viene accertata (dal secondo ciclo della scuola primaria in poi) i trattamenti sono soprattutto finalizzati al miglioramento della strumentalità di lettura, scrittura e calcolo, soprattutto nei termini di una maggiore velocizzazione dei processi e acquisizione di strategie di compenso. In alcuni casi può essere utile anche un potenziamento della comprensione del testo.
In questo studio è anche possibile, qualora l’operatore ne ravveda l’opportunità, l’attivazione di una riabilitazione e distanza via web, con l’utilizzo della piattaforma RIDInet della Cooperativa Anastasis. Tale trattamento permette un buon contenimento dei costi della riabilitazione, richiedendo una diminuzione del numero di sedute in studio (per saperne di più consulta il sito www.ridinet.it)
Per i ragazzi più grandi (conclusione della scuola primaria e scuola secondaria di 1° e 2° grado) sono invece previsti training per l'apprendimento dell'uso degli strumenti compensativi (sintesi vocale, scrittura al computer) e di un adeguato metodo di studio per l'acquisizione di una sempre maggiore autonomia.
I training prevedono sedute settimanali o quindicinali con esercizi da svolgere quotidianamente a casa con la supervisione della riabilitatrice e l'ausilio di software specifici.
Nelle attività di insegnamento del metodo di studio è previsto l'utilizzo del materiale scolastico dello studente e il coinvolgimento dei genitori o del tutor per favorire la generalizzazione degli apprendimenti.
Nella maggior parte dei casi la presa in carico prevede incontri con gli insegnanti e la collaborazione con la scuola viene considerata fondamentale per la buona riuscita dell'intervento e per una verifica dei risultati.
(Per saperne di più sui DSA consulta il sito dell'A.I.D.)
In alcuni casi le difficoltà di apprendimento sono determinate dalla presenza di disabilità attinenti all’area non linguistica.
Nella maggior parte dei casi i bambini che mostrano tali difficoltà presentano buone, e talvolta ottime, abilità di linguaggio mentre si mostrano impacciati quando devono svolgere attività di tipo manuale o motorio.
Per ciò che riguarda l’ambito scolastico tali disabilità possono generare vari tipi di disagio.
Difficoltà nella coordinazione fine-motoria producono molto spesso inefficienze nella gestione della grafo-motricità che, oltre a rendere faticosa la produzione di disegni, possono evolvere in un vero e proprio disturbo dell’apprendimento che riguarda la realizzazione grafica della scrittura e che viene definito Disgrafia. Tale disturbo viene tutelato dalla Legge 170 e può essere oggetto di certificazione di DSA.
Non basta tuttavia "scrivere male" per essere considerati disgrafici. Le difficoltà nella realizzazione grafica della scrittura devono interferire in modo significativo con il rendimento scolastico. Ciò accade quando la scrittura risulta illeggibile e/o molto lenta. Un’eccessiva lentezza di scrittura può avere serie conseguenze negative: il bambino non riesce a stare al passo con i compagni durante i momenti di dettatura, si affatica e perde tempo nell’esecuzione di molte attività scolastiche.
La disgrafia può essere anche il sintomo di difficoltà più generalizzate che riguardano l’organizzazione visuo-spaziale.
In questo caso il disagio può estendersi alla maggior parte dei compiti scolastici, poiché il bambino che presenta tali carenze mostra inefficienze nelle principali funzioni esecutive (attenzione, memoria spaziale, pianificazione) e grande fatica nell’esecuzione di tutti i compiti complessi che richiedono efficacia nell’organizzazione delle informazioni (anche quelle di tipo verbale).
Tipicamente le disabilità che riguardano l’organizzazione visuo-spaziale possono produrre a livello scolastico le seguenti problematiche:
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difficoltà nell’esecuzione del disegno geometrico e nel disegno in generale;
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difficoltà nell’apprendimento della matematica, che possono evolvere anche in una discalculia;
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difficoltà nell’interpretazione di tabelle e grafici;
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difficoltà nella comprensione del testo e nell’organizzazione dello studio;
-
difficoltà nella geografia e nelle materie scientifiche.
Presso il nostro studio è possibile l’attivazione di trattamenti di rieducazione della scrittura e di potenziamento delle competenze visuo-spaziali.
Le difficoltà a mantenere l'attenzione, spesso associate ad iperattività e impulsività, vengono riconosciute soprattutto quando il bambino inizia la scuola primaria: il bambino non riesce a rispettare i tempi concessi, interiorizzare le regole, ascoltare la maestra, stare fermo nel proprio banco per eseguire le attività richieste.
Tali problemi potrebbero essere semplicemente dovuti a difficoltà di adattamento alle novità e ai ritmi imposti dalla scuola. In tal caso queste manifestazioni dovrebbero attenuarsi nel tempo. Se invece ciò non accade, potrebbe essere che il bambino soffra di un vero e proprio disturbo: Disturbo dell'Attenzione e Iperattività.
Tipicamente il bambino con queste difficoltà è irrequieto sin da piccolo, poco prevedibile nei suoi comportamenti, impulsivo, poco orientabile verso attività organizzate, poco attento, con interessi di breve durata.
Il disturbo coinvolge pesantemente ogni attività che il bambino compie e crea grave stress all'interno della famiglia e della scuola.
In molti casi il disturbo si presenta in associazione con un Disturbo Specifico di Apprendimento.
(Per saperne di più sul Disturbo dell'Attenzione e Iperattività consulta il sito dell'A.I.D.A.I.)
In presenza di una difficoltà comportamentale è importante definire il più precocemente possibile il quadro diagnostico per giungere all'individuazione delle difficoltà del bambino e della sua famiglia relativamente agli ambiti cognitivo, psicologico e relazionale. In questi casi è molto importante riconoscere le difficoltà per prevenire l'insorgenza di problematiche maggiori.
All'interno del nostro studio è possibile effettuare un trattamento multimodale per bambini con diagnosi di Disturbo dell'Attenzione e Iperattività.
L'intervento, che si propone di agire contemporaneamente sul bambino, la famiglia e la scuola, prevede:
- un training individuale o di gruppo a favore del minore volto alla promozione di abilità di autoregolazione ed eventualmente di potenziamento degli apprendimenti scolastici in cui siano stati rilevati dei deficit;
- sedute con i genitori orientate prevalentemente al sostegno psicoeducativo;
- colloqui con gli insegnanti finalizzati alla costruzione di alleanze con la famiglia e all'apprendimento da parte della scuola di strategie di gestione delle difficoltà comportamentali.
Difficoltà relative all'ambito emotivo e relazionale possono verificarsi in qualunque stadio dell'evoluzione del bambino.
Le manifestazioni più tipiche di disagio della sfera emotiva riguardano l'alterazione dei ritmi del sonno e dell'alimentazione, variazioni d'umore, irrequietezza, atteggiamenti di chiusura.
Oppure le difficoltà si manifestano maggiormente nell'ambito relazionale: il bambino fatica a stabilire relazioni sia con gli adulti che con i coetanei, presenta eccessiva timidezza, difficoltà a gestire le novità, tendenza all'isolamento.
Tali disagi sono frequentemente causati da difficoltà da parte del bambino e della sua famiglia nell' affrontare i cambiamenti imposti dal procedere delle varie tappe evolutive. Tipicamente tali problematiche si acuiscono negli “snodi” di passaggio da una fase evolutiva all'altra, ad es. dall'età infantile alla pre-adolescenza o nel corso dell'adolescenza.
Molto spesso è difficile per i genitori comprendere le ragioni di tali comportamenti che, se non si attenuano spontaneamente nel tempo, potrebbero creare situazioni di disagio più grave.
In presenza di tali difficoltà è opportuna una approfondita valutazione del quadro emotivo del bambino.
La valutazione si propone di giungere ad una comprensione delle ragioni del disagio e può essere seguita da un trattamento che prevede colloqui con il bambino e i genitori.
Possono essere previsti incontri con gli insegnanti se le manifestazioni di disagio si manifestano anche in ambito scolastico.
L'intervento di sostegno psicologico viene personalizzato per durata e intensità a seconda delle caratteristiche delle problematiche da affrontare.